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Algarve e Lisbona

lunedì 2 novembre 2009



Le tanto acclamate spiagge del Portogallo furono la meta delle vacanze estive del 2008.
La meta venne scelta sia per la bellezza dei posti, il grande numero di baie e calette presenti sia per il fatto che erano fuori dall'ordinaria meta turistica per italiani, essendo frequentate principalmente da inglesi e tedeschi e non essendoci scali comodi per poterci arrivare.

Per arrivare in Algarve bisogna infatti arrivare a Lisbona, comodi i voli della EasyJet, poi prendere il pullman e dopo 4 ore di viaggio si giunge sulla costa.
Ci sono varie mete nella regione, noi scegliemmo come punto base Lagos, cittadina non troppo grande (vedi Faro) né troppo mondana e chiassosa (vedi Albufeira) ma comunque completa di tutto e a pochi passi dalle spiagge più belle.
Anche qui ci fidammo del buon servizio di Homelidays per trovare casa e prendemmo un appartamento in affitto da una coppia di arzilli 50enni inglesi che quando arrivammo come prima cosa ci offrirono del vino rosso.
A causa del viaggio lungo (tra partenza da casa e arrivo a Lagos impiegammo circa 12 ore) i primi giorni restammo nelle spiagge cittadine e prenotammo l'auto per i futuri spostamenti, ci sono molte agenzie di noleggio auto, noi a torto noleggiammo dalla Herz e per una misera C1 pagammo anche troppo.

La cittadina è caratteristica, come tutti i posti di mare, di giorno è bello perdersi nei vicoli di pietra bianca che riflette il sole, con giochi di luce bellissimi. il centro è pieno di negozietti artigianali ma anche di catene di costumi e non solo. La sera, c'è da dire che è stata una sorpresa, le varie piazzette e vicoli si riempiono di ragazzi , in quanto il centro oltre ai negozi, e ai tipici ristoranti offre numerosi, bar pub, e anche qualche discoteca.

Stando semplicemente a Lagos si può arrivare a piedi in due bellissime spiagge che sono una l'opposto dell'altra: la Meia Praia, lunga e sabbiosa che si estende alla sinistra della città, e le piccole insenature di praia de Batata e praia dos Estudiantes,molto suggestive .

Col passare dei Giorni allargammo i nostri giri arrivano alle splendide calette che si trovano poco fuori Lagos (conviene usare l'auto per arrivarci): praia de Dona Ana, e Praia do Camilo dove al pomeriggio a causa della marea rischiammo di rimaner bloccati nelle insenature.
Credo che non bastino le parole ma serva soprattutto andarci per poterle ammirare e rimanerne meravigliati, di fronte ai giochi di erosione delle rocce col mare, l'acqua cristallina, la brezza e la tranquillità che si respira.



Poco oltre Praia do Camilo si arriva infine alla Ponta de Piedade, il capo del promontorio con tanto di faro e sentieri vicini che portano dall'alto della costa fino alle grotte ed insenature scavate sotto. Sono posti che si possono girare anche in barca, un esperienza che però abbiam preferito non fare.
Proseguendo lungo la costa il primo paese dopo Lagos che si incontra è Luz, praticamente costituito di soli appartamenti estivi. La spiaggia è molto lunga, bianca, simile alla Meia Praia di Lagos, ma è anche molto ventilata tant'è che dopo 2 ore ci siam spostati xil forte vento.

In direzione Sagres siam poi andati a Burgau, spiaggia strettissima e poco curata, se si è a Lagos non merita molto, e Salema, paesino simile a Burgau dove ahimè incontrammo, in pieno luglio, una giornata di nebbia che fece saltare i nostri piani.
Sempre nella stessa direzione, l'ultimo paese sulla costa prima del capo di San Vincenzo, siam passati per la Praia do Beliche, dotata di una lunga scalinata per poter scendere dalle cliff fino al mare. Il capo di per sé è molto ventoso ma offre tutta l'immensità dell'oceano, forse più di capo Finisterra in Spagna, poichè si vede solo mare che si perde all'orizzonte da l'idea di esser proprio sull'ultimo lembo di terra prima del nulla e nulla per migliaia di chilometri.

Sempre nei pressi di Sagres, risalendo sulla statale fino a Villa Do Bispo e proseguendo da li in direzione Nord (da Lagos sono una quarantina di km) siamo arrivati fino a Carrapateira, piccolo paesino dell'entroterra da cui parte una strada sterrata che tra dune e cespugli porta ad una piacevole scoperta: Praia do Amado, il paradiso dei surfisti, enorme, infinita, tanto da perdercisi mentre si cammina, con le onde dell'Atlantico di sfondo insieme alle rocce rosse che formano le scogliere che la racchiudono, noi vi arrivammo a metà mattina, e la spiaggia era ancora circondata dalla foschia che la rese ancora più suggestiva.


In direzione opposta, da Lagos verso la Spagna, non abbiam girato molto, l'unico posto dove siamo stati è Tavira a circa 100 km da Lagos e vicino alla frontera. La città si trova in prossimità di una laguna da cui partono battelli per le isole della costa, dotate di campeggi e ristoranti nemmeno troppo cari. Come sfondo al luogo c'è però da dire che la spiaggia, ricca di conchiglie di ogni forma e dimensione, ha il problema delle alghe presenti in maniera forse eccessiva e che non hanno un bel vedere mentre si fa il bagno. Peccato perchè l'acqua è comunque molto limpida ed in generale, ma è una comune di tutte le spiagge visitate, nemmeno sporca.


Dopo 10 giorni in giro per spiagge e calette, gli ultimi 4 di li passammo a Lisbona, città di cui conoscevo ben poco ma che mi ha strabiliato ben più di Barcellona per vitalità e luoghi.
La città è strutturata su varie collinette che contornano i quartieri. Dopo aver risolto alcuni disguidi, mea culpa, sugli ostelli, alloggiammo in un ostello, LarExport Estefania, non centralissimo ma nemmeno periferico, vicino alle fermate della metro di Anjos o Picoas, in rua Joaquim Bonifacio 22. Di per sé non è nulal di speciale come ostello, bangno in comune camera squallida con pareti rosse e senza finestra, ma ci adattammo.

Lisbona ci ha colpito sin da subito per il fatto che ha una vitalità molto diversificata tra il giorno e la sera, anche nella zona centrale, Barrio Alto, i negozi e i ristoranti non aprivano prima di una certa ora, tant'è che a pranzo spesso era difficile trovare un posto aperto, mentre la sera la città era viva pulsante fino a tarda ora.

Dopo esserci persi per le strette vie del Barrio Alto, andammo sul lato opposto della città a visitare il Castello, per arrivarci usammo il mezzo tipico della città il Tram che passa per quasi tutte le vie del centro e offre una buona visuale d'insieme sulla città.
Nei successivi giorni passammo dall'antico splendore del centro al moderno quartiere nato con l'Expo del 1998, dove visitammo l'acquario (tra i più grandi d'Europa) e facemmo un giro tra le bizzarrie architettoniche delle statue e i palazzi di Calatrava.
Infine per render completa la visita arrivammo a Belem per vedere l'antica torre, punto di partenza delle caravelle portoghesi del 1500, fare qualche foto col ponte 25 Abril di sfondo (sembra di esser a San Francisco) caricare i bagagli e tornare in quel di Milano col ricordo di posti stupendi e che sicuramente meriteranno un'ulteriore visita nel futuro.